Corona: formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (=finestre) di cui tre visibili, con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. (art. 97, R. D. 7 giugno 1943, n. 652)
Elemento decorativo: due rami, uno di quercia con ghiande e uno di alloro con bacche, fra loro decussati, posti sotto la punta dello scudo e annodati da un nastro con i colori del Comune.
Il significato congiunto delle due essenze significa “gloria eterna”.
Colori: Rosso (campo a sinistra) e Grigio (campo a destra)
Disegno: stemma bipartito verticalmente, con doppia interzatura a scaglioni con colore di ciascuno scaglione in opposizione a quella del campo relativo.
Nella parte alta di ciascun campo, due fiori (a cinque petali) di colore opposto al campo.
Nella parte bassa del campo di sinistra, al centro una croce romana riquadrata di colore opposto a quello del campo; nel campo di destra, fiore multipetalo stilizzato e riquadrato, di colore opposto a quello del campo.
Note storiche: l’uso dello stemma nella foggia simile all’attuale è rilevato su documenti presenti in Archivio Storico Comunale sin dalla fine del 1700.
Sono ravvisabili alcuni mutamenti nei decori esterni, derivanti dalla diversa forma di governo nazionale, e la mutazione del disegno dei fiori; il fiore basso del campo di sinistra è poi divenuto, presumibilmente in epoca repubblicana, una croce.
Nella vecchia sala del Consiglio Comunale, nel palazzo di piazza Giovanni XXIII, il soffitto affrescato riporta il simbolo della Repubblica, insieme a quello comunale, nella foggia originale solo con fiori nello scudo.
Nel Santuario della Madonna di San Bernardino, decorato da Carlo Cassani nella prima metà del ‘900, è visibile sul soffitto absidale a sinistra il simbolo municipale, nella vecchia foggia.